IO, SONO UN BAMBINO

VOCI, "FUORI CAMPO"

Gentili Signori,
sono un bimbo di11anni.
Vi scrivo perché oggi sono venute delle ragazze che dicevano che posso tornare a scuola e a bassa voce parlavano di case, quelle vere.
Io sto al Campo, perché lo dice la tv. Poi però arrivano i poliziotti e ci buttano fuori, a volte mi arrabbio, ma loro sono più alti e mi fanno più male. Io sto zitto,cambio Campo.

Ci sono tanti bambini qui,come nella mia scuola,in cui andavo,quelle coi banchi e i pennarelli. Con loro gioco a pallone ma devo stare tutto il tempo a contare i sassi,a spostare i tubi in ferro. A me piaceva di più giocare a nascondino,ma non ho ancora trovato un albero su cui contare.

Vorrei uscire di qui ma le macchine vanno velocissime. La mia sorellina voleva tornare a prendersi la sua bambola che aveva lasciato sul letto,in Romania ed è stata investita,un anno fa. Allora penso che se quelle ragazze di oggi ci ridanno una casa la mia sorellina tornerà.

Vi scrivo perché non so se quelle persone torneranno. Se le vedete ditele che io a scuola ed in una casa ci voglio tornare. Non sono stupido, non sono sporco, non ho i pidocchi e non rubo, né mi chiamo zingaro come dicono i giornali.
Mi mancano i pennarelli con cui disegnare i fiori che non vedo più, mi mancano gli amici che non vedo più, mi manca la mia sorellina che è in cielo ma sono sicuro che cerca solo di tornare a casa dalle sue bambole.

GentiliSignori io sono un bambino Rom, è vero, ma un nome ce l’ho, una casa no.

Tuo amico, Amir

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